01 luglio 2006

UN AMORE INFINITO....

Si è conclusa con un boato la manifestazione dei tifosi della Juventus che, sfilando per le vie di Torino, sono giunti fin sotto la sede della società per gridarle il proprio amore. Il boato è quello che ha accolto il neo Presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli, uscito dai propri uffici per incontrare i tifosi e ringraziarli personalmente dell’affetto dimostrato:“Abbiamo bisogno di tifosi che amino la Juve – ha detto il Presidente – E oggi ne ho visti tanti: donne, uomini, bambini, anziani… Una grande dimostrazione di attaccamento alla squadra e alla società e di questo siamo loro profondamente grati”.
Erano in 70.000: un fiume bianconero, mosso dalla passione per la Juventus, ha urlato orgoglioso la propria fede per le vie della città. “La Juve siamo noi”: questo il grido che ha scandito la marcia dei tifosi che hanno scelto la giornata di sabato 1 luglio per stringersi attorno alla squadra e testimoniare che loro ci saranno sempre.
In Piazzale Caio Mario, di fronte alla FIAT, giungono da ogni parte d’Italia: dal Veneto e dalla Sicilia, dalle Marche, dalla Lombardia. Il raduno è fissato per le 12.00, ma dopo quasi un’ora, quando il corteo prende il via, la gente continua ad arrivare. Ci sono i Club organizzati, ma anche famiglie, adolescenti, bambini, che si confondono in un unico, enorme serpentone.Dietro allo striscione che apre il corteo, sfilano i tifosi più celebri: Fabrizio Ravanelli, Massimo Carrera, Max Pisu, Paolo Belli, Mariella Scirea e Michelangelo Rampulla che con il Centro Coordinamento Club ha dato un importante supporto alla marcia.Subito dopo, su un furgone, due gigantografie di Gianluca Pessotto.
“Siamo qui per la Juventus, ma anche per lui – spiega Rampulla – e ci auguriamo che il nostro affetto lo aiuti a tornare tra noi”.“Se Gianluca potesse – gli fa eco Mariella Scirea – sarebbe qui e la nostra speranza è di poterlo riabbracciare presto. La Juventus è una grande famiglia e la manifestazione di oggi lo dimostra. Questa è una marcia a favore della Juventus, non sfiliamo contro qualcuno e accetteremo il verdetto della giustizia sportiva, pronti a ripartire più forti di prima”.“Per me era fondamentale essere qui oggi, perché ho fatto parte della storia della Juventus e sono molto legato a questi colori”, sottolinea Fabrizio Ravanelli mentre, tra il boato dei tifosi, indossa la maglietta della manifestazione, con la scritta “La Juve siamo noi”.L’orgoglio di essere bianconeri: è questo che muove i 70.000: “Sono juventino e ne sono fiero – ribadisce Massimo Carrera – Oggi siamo in tanti a volerlo gridare”.“Non si può stare sul carro dei vincitori solo quando tutto fila liscio – ribadisce Paolo Belli – bisogna essere vicini alla squadra anche nei momenti più difficili. In ogni caso su quel carro ci saliremo di nuovo, molto presto”.“La Juve ci ha fatto gioire per anni – conclude Max Pisu – ora toccava a noi starle vicino”.

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